Recensione di FDT su La Voce delle Voci

Treno ad Alta Voracità

Arriva un film-documento sullo scempio del belpaese targato Tav. 

A realizzarlo, due filmaker indipendenti. Da non perdere.

 

Pezzo per pezzo tutte le magagne della Tav. È questo il principio ispiratore del docu-film “Fratelli di Tav”, realizzato da Manolo Lupicchini e Claudio Metallo e con il contributo di decine di videomakers di tutta Italia per Candida Tv e Tele Immagini. I registi si sono spostati lungo i binari dell’Alta velocità che – sia dove sono stati ultimati funzionanti, sia dove il progetto è ancora solo su carta – attraversano l’Italia. «Si sta pensando di realizzare un treno che va a 300 all’ora mentre i diritti dei lavoratori sono fermi a cento anni fa». Lo dice uno degli operai delle decine di cantieri disseminati in tutta Italia.

Il progetto è di collegare l’Italia lungo le dorsali da Nord a Sud e attraversando le Alpi con i treni super veloci e confortevoli, dicono Trenitalia e i partiti che ne appoggiano il disegno, Pdl in testa. Sono treni troppo costosi, devastanti per l’ambiente e anche inutili, vogliono dimostrare i comitati in anni di lotte.

Alcuni cantieri sono già ultimati e le tratte sono attive, come la Roma-Napoli. Ma il percorso del treno super veloce è tutt’altro che delineato. In Val di Susa è ribellione aperta. Prima con i cortei e gli sbarramenti umani, adesso con la pù sottile e astuta strategia economica. Centinaia di manifestanti e appartenenti ai comitati No Tav hanno acquistato un metro quadro di terreno a testa. Un modo diverso ma forse più utile di dire no. Tra questi c’è Beppe Grillo: «Per far passare il treno dovranno intentare migliaia di cause di esproprio che faranno lievitare i costi oltre misura», ha detto a Napoli durante la manifestazione contro i rifiuti del 23 febbraio.

Ma il documentario di Lupicchini e Metallo ha una marcia in più rispetto al semplice racconto di denuncia. È un’inchiesta puntuale e precisa su tutte le distorsioni causate del progetto Tav. Perché l’Alta velocità non è solo la Val di Susa. È Firenze, è Campania, Lazio.

E allora ecco il racconto dell’anziana signora che deve vivere oppressa da un muro di tre metri spuntato dalla notte al giorno proprio per il passaggio della linea ferroviaria. Ecco la denuncia del cantiere decisamente poco sicuro; ecco la dimostrazione  – documenti alla mano – di appalti poco trasparenti, di costi che lievitano oltre misura, di ingerenze camorristiche, quando la linea alta velocità è passata in territori sensibili alla criminalità organizzata. Laddove le regole del mercato vengono dettate dall’ingerenza permeabile e tentacolare delle imprese malavitose, lo Stato ha sottoscritto patti. Anche attraverso subappalti poco chiari, contratti non verificati fino in fondo.

Tutto questo viene mostrato nel film in 60 imperdibili minuti. Il trailer è visibile online su Youtube, ma per aggiornamenti è consigliabile visitare il sito fratelliditav.noblogs.org.

Ai filmati e alle testimonianze si alternano le interviste di denuncia, come quelle a Claudio Cancelli (ingegnere, docente del Politecnico di Torino), Ferdinando Imposimato (fra l’altro autore del libro "Corruzione ad Alta Velocità"), Ivan Cicconi (economista e scrittore, autore di "Storia futura di Tangentopoli" e "Le Grandi Opere del Cavaliere"), Lorenzo Diana (ex senatore ds della Commissione Antimafia). 

«Il film – spiega Metallo – ha l’obiettivo di raccontare quello che non viene mai detto dai giornali e dalle televisioni». La platea di riferimento? Tutti i cittadini, ma per ora sono soprattutto i comitati no Tav di tutta Italia a contenderselo per proiezioni e dibattiti.


da La Voce delle Voci – Marzo 2008 (www.lavocedellevoci.it)

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