Anche Cavet, il consorzio di imprese che in concreto esegue i lavori dell’alta velocità ferroviaria, entra come ipotetico responsabile civile nella vicenda giudiziaria dello scoppio del 23 dicembre, causato da una fuga dalla conduttura del gas, che ha distrutto una palazzina a San Benedetto del Querceto, sull’appennino bolognese, uccidendo cinque persone.
Inoltre, come parte offesa, nell’inchiesta è entrato anche il ministero dell’Intern, dato che una delle vittime è un vigile del fuoco ausiliario.
All’udienza in cui vennero conferite le consulenze agli esperti della Procura per indagare sulle cause dello scoppio era già presente come responsabile civile Tav spa, la società che sta a monte della realizzazione dell’alta velocità.
Ora il Procuratore aggiunto Luigi Persico e la Pm Antonella Scandellari, titolari dell’inchiesta, hanno ritenuto di attribuire la veste di ipotetica responsabilità civile anche al Cavet, un raggruppamento di imprese composto da Impregilo, Fiat Engineering, Consorzio ravennate coop di Produzione e lavoro e Cooperativa muratori e cementisti. L’eventuale nuova responsabilità è scaturita da una riunione tra i magistrati bolognesi e i difensori di Tav, avvocati Riccardo Olivo e Anna D’Alessandro.
3 febbraio 2007