Dichiarazione post-processo No TAV

Luca, condannato insieme a Giorgio a un anno per un blocco autostradale
no-tav del 6 dicembre 2005, ha diffuso questa bella dichiarazione,
invitando a farla girare:

"Innanzi tutto vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state
vicine e mi hanno portato solidarietà durante questa vicenda
giudiziaria, un grazie anche al movimento NO TAV per tutto ciò che si è
fatto insieme e che si continuerà a fare. Mi pare opportuno comunicare
alcune considerazioni in seguito alla sentenza di primo grado che ha
visto me e Giorgio condannati ad un anno e 600 euro di multa, sentenza
che ha accolto in pieno le richieste del PM Tatangelo.


Vorrei subito tranquillizzare i più ansiosi facendo presente che:
– i reati di cui siamo imputati rientrano nel famoso indulto del fu
ministro Mastella e quindi difficilmente dovremo scontare l’eventuale
condanna definitiva,
-ci sarà sicuramente il processo d’appello ed eventualmente la
cassazione che potrebbero ribaltare la sentenza di condanna, e infine,
-io non sono così preoccupato per l’esito della vicenda, serve ben
altro per scalfire il mio umore e l’entusiasmo per una lotta (no tav)
che in questi anni tanto mi ha dato e credo ancora mi darà.
Ovviamente avrei fatto volentieri a meno di questo inconveniente.

Detto questo mi preme rimarcare alcuni aspetti che stimolino
riflessioni individuali e collettive per fare tesoro dell’esperienza
giudiziaria e repressiva con cui un movimento di lotta prima o poi deve
fare i conti. Dico subito che non entro nel merito dei fatti di cui
siamo accusati, non mi interessa sapere se i reati di furto,
resistenza, danneggiamento siano stati realmente compiuti e nemmeno da
chi, perché e come; ciò non influisce sulla valutazione di quello che è
successo in quei giorni a Venaus e in tutta la valle di Susa; lascio al
teatrino della giustizia svolgere il suo ruolo dandogli l’importanza
che ha: quella di un teatrino, appunto, a volte divertente e a volte
meno. Si pensi però che questa “finzione” che sono a volte i processi,
e coloro che hanno presenziato alle “nostre” udienze capiscono cosa
voglio dire, determina spesso la sorte di vita di alcune persone; se
non si hanno buoni avvocati o semplicemente si è vittima di errori e
accanimenti si finisce per fare anni di carcere a gratis con tutto
quello che ciò comporta.

Questa è la prima condanna emessa contro attivisti NO TAV in tanti anni
di lotta ed è l’unico processo aperto nei confronti delle mobilitazioni
del famoso autunno-inverno 2005; non è cosa di poco conto visto la
facilità con cui si aprono al giorno d’oggi inchieste giudiziarie
contro persone o gruppi che si impegnano in lotte sociali ed
ecologiste, a maggior ragione vista la radicalità espressa dalle
iniziative di quei giorni che spesso non si sono mantenute in un ambito
di legalità, anzi…
Sinceramente non saprei dire come e perché sia andato avanti il
procedimento penale nei nostri confronti, però mi viene da pensare che
non sia un caso che solo io e Giorgio, e per un altro procedimento
anche Lele Rizzo, siamo finiti davanti ad un giudice.
Da ciò si può ricavare che: i movimenti sociali forti, partecipati e
popolari fanno paura e anche la repressione ha più difficoltà a colpire
(ricordiamo l’ormai scontata archiviazione della “devastazione e
saccheggio” ventilata per mesi dalla procura di Torino per l’8
dic.2005); il tentativo che spesso viene fatto per indebolire i
movimenti e quello di dividere i buoni dai cattivi, criminalizzando le
persone o gli ambiti che per attitudine esprimono una conflittualità
più radicale, separandole da chi con un sano confronto democratico e
“non-violento” è disponibile al dialogo e al compromesso. Questo
tentativo sta riuscendo solo in parte in Val di Susa (si veda a
proposito la deriva del lato istituzionale del movimento) e la
partecipazione numerosa e determinata al corteo di Susa è stata la
conferma del percorso fin qui effettuato dai NO TAV.

Un movimento come il nostro dovrebbe comunque mettere in conto che
prima o poi si deve confrontare con l’aspetto della repressione e delle
inchieste giudiziarie che, sebbene non siano passaggi auspicabili,
credo che saranno purtroppo inevitabili visto che tanta gente in valle
non è disposta a cedere e rassegnarsi alla costruzione del TAV , e
nemmeno i promotori dell’opera sembra vogliano ritirarsi così
facilmente. Se alle botte e alla militarizzazione è stato facile e
immediato rispondere (Venaus insegna), di fronte ad una denuncia e ad
un processo ci si trova più disarmati e impotenti, intanto perché sono
passaggi più sottili e diluiti nel tempo, e poi perché esiste in molte
persone, attive o semplici simpatizzanti del movimento, una sorta di
fiducia o riverenza nei poteri giudiziari, condita da un rispetto per
la legalità quale valore sacro per la determinazione dei rapporti tra
gli umani in questa società. Sebbene non voglia giudicare giusta o
sbagliata l’attitudine che e il percorso che ognuno di noi porta con
se, prendo atto che alcuni atteggiamenti possano costituire un freno
alle possibilità che il movimento ha di crescere e sfondare. Per
“sfondare” intendo la prospettiva di poter mettere in pratica gli
aspetti che la lotta NO TAV secondo me contiene implicitamente ovvero
la difesa del territorio dall’inquinamento, la lotta contro i poteri
economici-politici-mafiosi, la critica alla società del progresso e
dello sviluppo eccetera.
Spero che le vicende giudiziarie con cui ci stiamo confrontando in
questo periodo possano servire da “insegnamento” nel percorso
propedeutico che ci porterà prima o poi ad affrontare momenti
sicuramente più difficili, ma non per questo privi di fascino.

Concludo dicendo che non sarà questa o altre sentenze che
affievoliranno la mia voglia di esserci e partecipare a questa lotta
(no tav) che tanto mi ha dato e ancora mi darà. Continuerò come prima e
più di prima ad alimentare la mia voglia di libertà e di ribellione
contro le ingiustizie e i soprusi e aspetto alle prossime occasioni
tutti quanti vorranno condividere con me questo percorso.

Ora e sempre NO TAV

Un saluto e un abbraccio a tutti e tutte


Luca Abbà 25-1-2009"

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