L’Impregilo si è aggiudicata la gara per il General Contractor del Ponte sullo Stretto di Messina con un’offerta di 3,88 miliardi di euro ed un ribasso del 12,33% rispetto ai 4,43 miliardi di euro indicati come prezzo a base d’asta. Il trucco? Aumentare i costi, poi, in corso d’opera…
Gara con il trucco per il General Contractor del Ponte sullo Stretto?
L’ingegnere Ivan Cicconi, già capo della segreteria tecnica dell’ex ministro per i Lavori Pubblici Nerio Nesi, uno dei maggiori esperti italiani nel settore delle infrastrutture, esprime forti perplessità per l’anomalo ribasso con cui la cordata guidata da Impregilo si è aggiudicata il megabando per l’ecomostro che dovrebbe collegare stabilmente la Calabria alla Sicilia.
"Realizzare il Ponte sullo Stretto con la cifra con cui Impregilo si è aggiudicata l’appalto è impossibile", afferma Cicconi. "Già lo stesso prezzo base d’asta è assurdo e risulta più basso di circa 850 milioni di euro rispetto a uno studio del ministero datato 2001. Impregilo alzerà certamente il prezzo iniziale in corso d’opera, visto che ha già una certa esperienza nell’Alta velocità con la Bologna-Firenze e la Torino-Milano, dove si sono avuti aumenti rispetto alla fase iniziale del 400%".
L’esperto denuncia altresì il meccanismo di affidamento al general contractor previsto dalla Legge Obiettivo. "Il general contractor vince una gara per progettazione ed escuzione senza avere alcun interesse nella fase di gestione. Dunque è chiaro che l’appaltatore allungherà i tempi di esecuzione e modificherà in corso d’opera i progetti, tanto più che per lo Stretto di Messina l’assegnazione è avvenuta sulla base di un progetto preliminare".
"Con questo tipo di assegnazione – sottolinea ancora Ivan Cicconi – si dà un potere enorme a un soggetto privato, con un committente, Società per lo Stretto, che è una scatola vuota".