A fine giugno gli azionisti di Igli, la società che controlla con il 29,9 per cento Impregilo, avranno sul tavolo una prima valutazione di massima effettuata da Mediobanca in merito a eventuali imprese da acquisire. Tramontata, almeno per il momento, ogni ipotesi d’integrazione con Aastaldi, la seconda società di costruzioni italiana, con la quale non è mai stata avviata una vera trattativa, Ligresti, Benetton e Gavio i tre azionisti di Igli ciascuno con un terzo del capitale sono fermamente intenzionati a crescere per linee esterne.
Impregilo, ormai completamente risanata grazie alla gestione di Alberto Lina, è oggi un’azienda in ordine che può anche indebitarsi per 500700 milioni di euro per fare shopping e crescere. La crescita per linee esterne è considerata una via obbligata visto l’attuale stallo in Italia delle grandi opere: il Ponte sullo Stretto e l’alta velocità ferroviaria GenovaMilano sono ferme. Mentre la LioneTorino è ancora in alto mare e se si decidesse per un nuovo percorso, la sua attuazione, secondo molti addetti ai lavori, comporterebbe uno slittamento in avanti di molti anni. Le uniche opere di un certo rilievo potrebbero arrivare da Adr (nella controllante Gemina Fonsai ha il 4,7 per cento che in pratica raddoppierà se andrà in porto il riacquisto del 49 per cento da Macquarie), che ha un piano per investire 2 miliardi di euro nei prossimi anni. Se le cose stanno così, comunque, l’unico modo per crescere senza problemi è acquisire altre società. Ma è questa la vera novità non è detto che le mire espansionistiche di Impregilo si rivolgano verso altre società di costruzione. Anzi, l’ipotesi più probabile è che si punti a rafforzare il settore dell’impiantistica, che rappresenta uno dei tre segmenti del business insieme ai grandi lavori e alle concessioni. Il settore dell’impiantistica e dei servizi ambientali è considerato ad alto sviluppo internazionale nei prossimi anni, come dimostrano varie ricerche delle banche d’affari. E Impregilo, tramite le controllate Fisia Italiampianti e Fisia Babcock, ha già una buona presenza nel comparto. Fisia Italimpianti ha vinto da poco una gara da 1,1 miliardi di dollari negli Emirati arabi per una serie di desalinizzatori. Fisia Babcock è invece specializzata nel trattamento dei fumi e dei termovalorizzatori: è quasi ultimato quello di Acerra, ma difficoltà politiche (il commissario Bertolaso è impegnato al momento nella riapertura delle vecchie discariche vicino a Napoli per superare l’emergenza) non consentono per ora la consegna dell’impianto. Un altro settore in cui Impregilo conta di crescere è quello delle concessioni autostradali e dell’acqua. La società è attualmente concessionaria di un’autostrada in Brasile, a San Paolo, insieme al costruttore Almeda e conta di portarla presto in Borsa. Sempre in Brasile Impregilo conta di partecipare alla gara per la ristrutturazione e la gestione della bretella autostradale Ayrton Senna. In Turchia è aperta la gara per la concessione di 1.800 chilometri di autostrade, mentre è sempre aperta la gara per il tunnel del Brennero. Sempre nel settore delle concessioni autostradali, Impregilo potrebbe crescere sfruttando meglio le sinergie con le società di Marcellino Gavio e con Autostrade dei Benetton. Al momento i tre soci di Igli vanno avanti d’amore e d’accordo e non si vedono sovrapposizioni o diversità di vedute. Segno che, tramite Impregilo, ciascuno dei tre conta di ricavarne un vantaggio. Ad esempio, l’ingresso di Ligresti nel capitale della società di costruzione, la scorsa estate, porterà certamente un allargamento dell’operatività di Impregilo nel settore dell’edilizia. A Milano la società è capofila per la realizzazione del grattacielo che sarà la nuova sede della regione Lombardia. Inoltre parteciperà alle gare per la realizzazione di Citylife, in cui Ligresti è già presente con Fonsai. La società di costruzioni entrerà nella realizzazione del nuovo Palazzo dei congressi di Roma, le ‘Nuvole’ di Fuksas, un progetto dove oggi sono soci Lamaro (40 per cento) e la stessa Impregilo al 60 per cento. Le Nuvole sono confinanti con il progetto delle Torri dell’Eur, una società dove Fintecna ha il 50 per cento, e il resto è diviso tra Fonsai, Lamaro e Marchini. Impregilo, dunque, cercherà di crescere nell’anno che la separa dalla ‘resa dei conti’. L’attuale patto tra i soci di Igli scadrà il 18 giugno del 2008. Potrà essere rinnovato per altri tre anni, ma soltanto a patto che non si faccia la fusione tra Autostrade e Abertis. Se infatti si facesse, sarebbe improponibile che un rappresentante di Abertis (che ha in pancia l’importante società di costruzioni Tragado) si ritrovasse improvvisamente catapultato nel consiglio d’amministrazione di Impregilo. In questo caso, è evidente, il patto si romperebbe e sia Gavio che Ligresti potrebbero rilevare la quota di Igli oggi in mano ai Benetton. La Repubblica – Affari & Finanza, 18 giugno 2007 |