Riportiamo stralcio dell’articolo del Corriere del Trentino nel merito della lezione di ieri al Festival dell’economia del prof. Partha Dasgupta; rapportandone i contenuti con la situazione della realtà politico-finanziaria regionale.
«Il capitale sociale? Una questione di fiducia».
«Le relazioni sono cruciali… Che cosa intendo per capitale sociale? Semplice. La rete interpersonale dei rapporti umani tra le persone che si incontrano, che si conoscono, che si frequentano e che stabiliscono un collegamento… Il problema fondamentale dell’economia è infatti il problema della fiducia… [le persone] si incontrano per intraprendere un corso comune di azioni condividendone reciprocamente i vantaggi e gli svantaggi… ».
No TAV, no business
Ieri si è parlato di Euregio Finance: ovvero la finanziaria sudtirolese nata, come ha scritto il Dolomiten, per porre in mani sudtirolesi le prossime grandi opere. Il problema è che le opere predette di appetiti ne stanno scatenando parecchi: e quando a voler mangiare sono in troppi, può capitare che ci si pesti i piedi a vicenda. E magari un presidente già dato per certo, può saltare: o perché non ha fatto bene i conti di chi l’avrebbe appoggiato e chi no, oppure perché chi lo voleva ha provato a fare la voce grossa e gli è andata male.
Nota bene: incidenti di percorso ne possono anche capitare; ma quando la porzione da spartirsi è molto grossa, sarebbe bene evitarli. E tra tutte le torte, pardon, le grandi opere dei prossimi anni, certamente la TAV del Brennero è la più corposa. E dato che il Südtirol avrà pure Euregio Finance ma non per questo le province di Trento e Verona sono state a guardare, meglio porsi per tempo il problema di far sì che ognuno abbia la sua bella fetta.
Ovvero, e tanto per far due nomi, anche le rappresentanze dei gruppi di interesse della provincia di Trento e di quella di Verona: che nel primo caso trovano accoglienza nella Finanziaria Trentina SpA, il cui presidente Lino Benassi, già amico personale di Romano Prodi, può vantare una carriera d’eccellenza nel comparto bancario/assicurativo; nel secondo, nella Compagnia Investimenti Sviluppo di Verona, il cui presidente è Bruno Tosoni già presidente del gruppo industriale Tosoni.
Come si può leggere, una bella compagnia: che giovedì 17 marzo 2005 aveva deciso di far incontrare i propri vertici nella sede di Assindustria a Trento, a palazzo Stella. Scopo della riunione, reso nel linguaggio criptico che piace tanto agli imprenditori e ai giornalisti che tengono loro bordone, la verifica di “eventuali collaborazioni su tematiche specifiche.” O, tradotto in un linguaggio accessibile ai più, un patto “su come evitare di farsi le scarpe reciprocamente senza perderci”.
Il nome è Rosengarten SpA e il capitale sociale versato e pari a 600.000 euro, è diviso per tre soci ed altri titolari di diritti su azioni o quote sociali: Euregio Finance SpA, La Finanziaria Trentina SpA e Compagnia Investimenti e Sviluppo SpA.
Scorrendo l’elenco amministratori si trovano Gerhard Brandstätter (presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano) in qualità di presidente, Gianfranco Pedri (Presidente di Assindustria Trento e del gruppo Premetal) in qualità di vice e in consiglieri Bruno Tosoni, Fabrizio Collini (Impresa costruzioni Collini SpA di Trento), Giangaetano Rinaldi (Direttore centrale della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona), Lidio Giordani (CdA Garboli SpA, controllata dal gruppo Pizzarotti SpA), Paolo Mazzalai (vicepresidente di Assindustria di Trento), Enrico Valentinelli (IVECO, vicepresidente Assoimprenditori di Bolzano e Cassa di Risparmio di Bolzano) e Ubaldo Livolsi (già amministratore delegato di Fininvest e Mediaset). Nell’elenco dei sindaci, il presidente Roberto Maria Rubini, Paul Schweitzer, Fabio Ramus, Pier Paolo Piccinelli e Fabio Capezzone.
Insomma: una sfilza di nomi che è tutto un programma. E che trova il giusto coronamento nell’oggetto sociale: di cui segue il testo.
Si vorrebbe proseguire, ma il senso della decenza obbliga a fermarsi qui. Perché il fatto che una finanziaria posseduta da altre tre a loro volta rappresentate dai vertici locali di banche e imprese industriali pronte a far man bassa degli appalti relativi al tunnel del Brennero possa mettere nel suo oggetto sociale gli “studi di impatto ambientale e di impianti mirati alla valorizzazione ambientale con particolare riferimento alle risorse rinnovabili” non è buono. Anzi, è proprio una minaccia: da “si salvi chi può”.
Nota
Questa sera nella sala di rappresentanza del Comune di Bolzano, alle ore 20.00 Alessandra Zendron di Enrosadira, coordinerà un dibattito sui seguenti temi e con i seguenti ospiti: “A chi serve il TAV?” (Erasmo Venosi, presidente provinciale dei Verdi di Vicenza e consulente della Conferenza dei comuni veneti sull’Alta Velocità), “TAV, consumo di energia e cambiamenti climatici” (Antonio Zecca, professore di fisica all’università di Trento), “Grandi Opere e corruzione” (Ivan Cicconi, direttore di Nuova Quasco, ente di controllo sui lavori pubblici) “Un tunnel che ne prepara altri” (a cura del Comitato NO TAV/ KEIN BBT di Bolzano), “È possibile. La forza di una valle in lotta” (Nicoletta Dosio, segretaria del circolo Partito della Rifondazione comunista di Bussoleno e comitati NO TAV della Val Susa).
Non conosco le referenze dei partecipanti, ma mi sia permessa un’osservazione. Riguardo al tema “Grandi Opere e corruzione” a cura di Ivan Cicconi, dal sito internet dedicato si legge che la Nuova Quasco è “una società consortile mista pubblico-privata, a maggioranza pubblica, senza scopo di lucro. Fondata nel 1985, come Centro Servizi Quasco, su iniziativa della Regione Emilia Romagna, tramite la società controllataErvet Spa, vede oggi la presenza di centinaia di soci pubblici, aziende, enti e amministrazioni pubbliche, e altrettanti soci privati, associazioni, consorzi e imprese del settore delle costruzioni e impianti, ecc. ecc.
Ecco: sull’argomento avrei preferito sentire chi di grandi opere e corruzione si sia occupato un po’ più da vicino e un po’ più lontano da cariche politiche varie (vedasi per l’appunto l’elenco dei soci pubblicidella Nuova Quasco). Magari qualche magistrato inquirente o qualche rappresentante di polizia giudiziaria: dove per polizia giudiziaria si intenda quella funzione dello Stato volta ad assicurare le condizioni per l’esercizio dell’azione penale. Ma tant’è; una chanche va concessa a chiunque: anche al signor Ivan Cicconi. Staremo a sentire.
Luca Marcon
http://bolzanoeprovincia.splinder.com/, 31 maggio 2007