Ferrovie dello Stato, per bocca di uno studio legale romano, sta cercando di farci cambiare dei dati relativi a i costi complessivi dell’AV, contenuti nel documentario.
Loro sostengono che per realizzare l’alta velocità costerà circa 43 miliardi di euro più o meno.
Nel nostro documentario citiamo i dati fornitici da Nuova Quasco e dal suo ex direttore l’ing. Ivan Cicconi, secondo cui il costo complessivo sarebbe di circa 87 miliardi di euro.
Abbiamo chiuso il nostro lavoro nel febbraio 2008 e da allora le stime dei costi sono addirittura diventate più pesanti!
Vi terremo sicuramente aggiornati e pubblicheremo le lettere che abbiamo ricevuto.
Ringraziamo tutti per la solidarietà!
Il Laboratorio per la democrazia ha indetto una conferenza
stampa per la mattina di venerdì 27 marzo, alle ore 11.15, presso
l’Unione Culturale, via Cesare Battisti 4B, Torino.
Lo scopo della conferenza è quello di rendere pubblica, tramite
i consueti organi di informazione, l’azione legale (con risvolti
dissuasivi di fatto intimidatori) che le Ferrovie di Stato s.p.a. hanno
intrapreso nei confronti degli autori di un documentario dal titolo
Fratelli di TAV, che ripercorre le vicende dell’Alta Velocità italiana,
a partire dal programma di Necci del 1991 fino agli scontri che hanno
avuto luogo in valle di Susa nel 2005. Le Ferrovie dello Stato hanno
dato incarico a uno studio legale – Astonis & Zoppini – di
chiedere, minacciando obliquamente un’azione risarcitoria in caso di
rifiuto, un diritto di supervisione del documentario, non ancora uscito
se non in una anticipazione promozionale; in particolare, esigono che
vengano modificate le cifre dei costi calcolati dal prof. Cicconi, che
a loro parere risulterebbero errate per eccesso.
È il caso di notare che il documentario di Claudio Metallo e Manolo
Luppichini si presenta accattivante per l’abilità professionale dei due
autori, ma non contiene una cifra o un giudizio che non fosse già stato
pubblicamente, e in più sedi, espresso dalle persone intervistate; tra
l’altro, all’interno del volume miscellaneo Travolti dall’Alta
Voracità, edito da Odradek nel 2006, la cui edizione è stata curata dal
Laboratorio per la democrazia.
Questa vicenda contiene alcuni elementi sgradevoli che nella conferenza del 27 marzo vorremmo illustrare:
la vicenda dimostra che negli ultimi anni è giunta al potere una classe
dirigente che mostra di non volersi più attenere ai paradigmi dello
stato liberale.
Vorremmo ribadire che il confronto fra cifre diverse si basa sulla
critica del metodo con cui i numeri sono stati ottenuti, e non sulla
soppressione di quelli sgraditi. Nel confronto scientifico non deve
essere previsto il criterio dell’auctoritas.
Vorremmo ricordare che nell’uso del denaro pubblico – sicuramente di
denaro pubblico si tratta quando si paga a nome delle ferrovie dello
Stato uno studio legale – dovrebbe sussistere, anche in tempi confusi,
un vincolo di coerenza tra il fine che si vuole raggiungere e il
carattere pubblico del bene di cui si dispone. È tesi risibile quella
che vorrebbe che il prestigio di un pubblico servizio dipenda dai costi
del progetto AV; da quelle cifre si può forse dedurre la competenza dei
dirigenti delle FS, come gestori di un imponente flusso di denaro; ma
non è la stessa cosa.